martedì 30 aprile 2013

Presagi inquietanti

E’ già passato un giorno e fino a quando non abbiamo incontrato la barca il viaggio era trascorso tranquillamente.
Avevo provveduto ad usare con parsimonia l’essenza di geranio tamponandomi con il fazzolettino che mi aveva donato l’elfo, mentre l’avevo cosparsa abbondantemente su Mjolnir che finalmente puzzava di selvatico un po’ meno del solito. Avevo inoltre acceso una delle candele dell’elfo e fino ad ora gli insetti ci avevano lasciato cortesemente in pace.
Poi trovammo la barca arenata su di un atollo fangoso e decidemmo di esplorarla.
La barchetta, grande più o meno come la nostra, era vuota salvo per alcuni sacchi di provviste e pareva essere li solo da un paio di giorni.
Chi mai avrebbe abbandonato una barca ancora buona nel mezzo della palude?
La risposta si trovava sepolta sotto una coperta a prua dove trovammo i resti smozzicati di una gamba umana, probabilmente quello che restava del proprietario dell’imbarcazione.

Lacrima.

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