mercoledì 17 aprile 2013

La prigioniera nella gabbia


Marieburg, tarda notte, due giorni prima dell’acquisto del mio vestito…
Ciacco lo sventratore sarà anche un po’ duro di zucca come tutti i nani, però decisamente ha una vista estremamente acuta. Lui non ci aveva detto nulla, ma durante il percorso che ci aveva portato al tempio di Morr e che si trova vicino a quello di Sigmar aveva scorto l’ingresso posteriore al giardino del tempio e così si offrì di guidarci fino all’entrata, o meglio attraverso lo stretto vicolo che portava al giardino. Mi domando se abbia mai pensato di dedicarsi alla caccia. In effetti per il nano morire incornato da un cervo o sbranato da un orso potrebbe essere comunque un buon modo per porre fine alla sua miserabile vita.
Il sacerdote di Morr era stato fin troppo compiacente nel descrivere quello che era un campo non recintato al crocevia fra due strade che dava le spalle al tempio come un giardino. Piazzola sarebbe stato un termine più appropriato.
A centro dello spiazzo si trovava una gabbia lordata di immondizia e cibo andato a male, debolmente illuminata da una torcia.
Prima che potessimo avvicinarci la ronda decise di fare la sua comparsa ma fortunatamente si trattava di uomini ottusi e prezzolati. Mostrai loro il mio simbolo di iniziata Sigmarita e dissi che ero stata mandata a controllare la strega, i due che mi seguivano erano una scorta. Soddisfatta la guardia se ne andò e ci lasciò in pace.
Potei finalmente appropinquarmi alla gabbia in cui si trovava la strega. Pareva alquanto inoffensiva e quanto mai prossima a tirare gli ultimi. Personalmente però non avrei mai lasciato una strega a morire di stenti in una gabbia lasciandole il tempo di maledire tutta la città per quanto non abbia nulla di contrario ad una morte così atroce. Una strega doveva morire nelle fiamme per essere purificata dalla perfida influenza del caos e in fretta per non poter lanciare sortilegi che in punto di morte sono ancora più tremendi.
O Helmut, il priore del tempio di Sigmar, è ancora più stolto di quello che pensavo, o qui per l’ennesima volta da quando sono entrata in questa città mi si stanno raccontando menzogne.
Nonostante io odi essere gentile con una strega decisi di porgere un po’ d’acqua alla donna, altrimenti rischiavo di non ottenere alcuna risposta.
La donna era effettivamente Maida Widman la matriarca del tempio di Shallya e sostenne in ogni maniera di non essere una strega, arrivando alla fine a convincere anche me. Conrad era un orfano recuperato da Osric da un culto del caos. Maida Widman credeva che fosse stato riconsegnato ai Sigmariti e non pensava che il tradimento di Lutzen fosse cominciato sette anni fa. Dovendo credere alla donna, Lutzen e Helmut erano caduti vittima della stregoneria di Conrad e lo avevano incoronato erede di Sigmar mettendolo in viaggio già da una settimana assieme alla peggiore feccia di Marieburg. Maida Widman non sapeva che Osric fosse in città e convenne che era una buona idea cercarlo.
Mentre già meditavo tremenda vendetta la donna mi chiese di risparmiare gli due sventurati sciocchi che avevano causato tutto questo caos, ma per quanto mi riguarda voglio assicurarmi come minimo che girino per la città degli splendori e del commercio vestiti di sacco e con il campo coperto di cenere.
Prima di accomiatarmi dalla donna le lasciai le mie provviste e il resto dell’acqua, promettendole che saremmo tornati a riprenderla appena escogitato un modo sicuro di farla uscire dalla gabbia
Decisamente questa è una città infida e contaminata dal caos che meriterebbe di essere bruciata pietra su pietra, ma per ora dovrò accontentarmi di incendiare solo una taverna.
Lacrima

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