Una volta lasciato il mutante al sicuro
assieme a Ciacco, il nostro passo successivo fu recarci da Fonstrider
il mercante elfo, per aggiornarlo sull'indagine che ci aveva chiesto
di compiere. Questo non fu affatto semplice…
Ammetto che dopo una settimana passata
nelle paludi, di cui tre giorni più morta che viva, dovevo essere
uno spettacolo piuttosto indecente, ma certo questo non dovrebbe
permettere ad un elfo pidocchioso di cacciarmi fuori dal suo negozio
e costringermi a lavarmi assieme a Mjolnir nell'abbeveratoio per i
cavalli di una locanda.
L’ho presa comunque come una lezione
di umiltà impartitami da Sigmar, per non permettere che il mio
orgoglio mi accechi. Accertato che non vi fossero in giro spioni,
dopo aver piegato in bell’ordine le mie vesti, approfittai
dell’occasione per inginocchiarmi ed assestarmi alcune scudisciate
convinte per penitenza visto che avevo permesso che il mio aspetto
diventasse così trascurato.
Mjolnir naturalmente ha subito
domandato perché tale bisogno di penitenza, anzi direi che non ha
compreso minimamente il senso del concetto stesso di penitenza, e
dubito di poterle mai spiegare perché la mia carne ha bisogno del
morso della frusta allo stesso modo in cui alcune donne sentono il
bisogno dei baci di un amante.