giovedì 30 maggio 2013

Penitenza

Marieburg, cinque giorni dopo l'assalto alle rovine degli eretici.

Una volta lasciato il mutante al sicuro assieme a Ciacco, il nostro passo successivo fu recarci da Fonstrider il mercante elfo, per aggiornarlo sull'indagine che ci aveva chiesto di compiere. Questo non fu affatto semplice…
Ammetto che dopo una settimana passata nelle paludi, di cui tre giorni più morta che viva, dovevo essere uno spettacolo piuttosto indecente, ma certo questo non dovrebbe permettere ad un elfo pidocchioso di cacciarmi fuori dal suo negozio e costringermi a lavarmi assieme a Mjolnir nell'abbeveratoio per i cavalli di una locanda.
L’ho presa comunque come una lezione di umiltà impartitami da Sigmar, per non permettere che il mio orgoglio mi accechi. Accertato che non vi fossero in giro spioni, dopo aver piegato in bell’ordine le mie vesti, approfittai dell’occasione per inginocchiarmi ed assestarmi alcune scudisciate convinte per penitenza visto che avevo permesso che il mio aspetto diventasse così trascurato.
Mjolnir naturalmente ha subito domandato perché tale bisogno di penitenza, anzi direi che non ha compreso minimamente il senso del concetto stesso di penitenza, e dubito di poterle mai spiegare perché la mia carne ha bisogno del morso della frusta allo stesso modo in cui alcune donne sentono il bisogno dei baci di un amante.

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