domenica 24 febbraio 2013

Strane amicizie


Se fossi veramente il pellegrino che voglio far credere di essere (riuscendoci peraltro piuttosto male, visto che ogni tanto proprio mi scappa una palla di fuoco o una corona di fiamme), presterei molta attenzione a vagare per questi boschi. Tanto per cominciare, piove. In second'ordine, si incontrano quasi quotidianamente uomini bestia, servi del male, mutanti, fantasmi, mannari ed amenità consimili. Può essere poco simpatico, se uno non sa almeno lanciare qualche proiettile infuocato, o qualcosa di equivalente.
Questo lo segnalo in caso abbiate voglia di darvi all'escursionismo e vi sorrida l'idea di scegliere proprio le selve di Altdorf: ripensateci.

Dopo aver sconsacrato il tempio di Tzeenich nella locanda nella quale avremmo dovuto passare una tranquilla notte all'asciutto, ci siamo avviati per proseguire lungo la nostra strada. Strada che era perfettamente segnata, ma fangosa, sicché il nobile von Baracca si è offerto di insegnarci una scorciatoia verso il successivo posto di tappa: siamo stati fortunati a ritrovare la strada fangosa dalla quale eravamo partiti, ma solo quando oramai imbruniva – e pioveva ancora. Abbiamo così deliberato di ripararci in un tempietto votivo.
Secondo voi siamo rimasti tranquilli? Figuriamoci! Alla mattina ci ha visitato un signore con la gola squartata, una mano mozza e vari sventramenti in corpo: non ci abbiamo messo molto a renderci conto che si trattava di un fantasma molesto, che ci chiedeva aiuto affinché trovassimo il suo corpo e lo seppellissimo.

Gratis.

Abbiamo discusso a lungo, e alla fine è emerso che mi trovo in un gruppo di dannati moralisti. Io capisco mio fratello che ha un feeling speciale con i trapassati, ma gli altri? Per il momento, visto che pioveva, ho almeno convinto i compari a passare la notte al riparo e a pensare alla questione l'indomani mattina.
Anche in questo caso, siamo stati strappati ai nostri sonni anzitempo, ma – se non altro – non per una minaccia, bensì per la graziosa presenza di una fanciulla dai tratti felini che camminava lungo la strada. L'unico aspetto poco carino della fanciulla era il suo puntarci un arco contro. Comunque, presto arrivammo a più miti consigli. Von Baracca, del resto, nei primi tre minuti di conversazione le aveva già raccontato del tempio del male, del fantasma e di ogni particolare riguardante la nostra situazione: c'era davvero da augurarsi che la tizia non fosse una malintenzionata!
Ad ogni buon conto, condividevamo la meta: la successiva cittadina sulla strada. Per noi, una tappa, mentre lei vi si recava a riscattare il suo fidanzato, catturato in quanto ladro di polli – a suo dire.

Nel viaggio e nei primi momenti in città, accaddero alcuni episodi significativi:
-        il nostro amico fantasma continuò a comparire ad ore alterne, e in effetti dopo un po' più che far paura cominciava a rompere le scatole. In effetti, cominciammo a chiedergli di darsi una calmata, perché stava diventando insistente. Lui, educatamente, si scusò, dicendo che non era ancora in grado di controllare il proprio potere. Questi fantasmi sono proprio da educare!
-        In tutto questo, il fantasma continuava a non ricordarsi nulla della sua esistenza.
-        Alla prima apparizione in presenza della ragazza, venne fuori che il nostro trasparente trapassato era proprio colui che aveva arrestato il rubagalline fidanzato con la nostra compagna di viaggio. Vi lascio immaginare la caciara. Mai avevo visto uno spettro sparire così in fretta!
Giunti in città, la ragazza si recò – sola – a pagare la cauzione, ma poco dopo venne a raccontarci che gli sbirri avevano tenuto il denaro e si erano rifiutati di rilasciare il rubagalline. Per la solita questione del cuore d'oro di una parte consistente del gruppo, decidemmo di aiutarla, e addirittura il nostro amico spettro decise di contribuire, con la chiara speranza di ingraziarsi la pollastrella.
Apparve in tutta la sua presenza terrorizzante alle guardie del carcere, le quali fuggirono terrorizzate, lasciando spazio libero a Von Baracca di introfularsi nell'edificio per liberare il rubagalline. Disgraziatamente, si soffermò anche un po' a indagare per verificare che la nostra amica avesse veramente lasciato i denari ai carcerieri, ma non trovò un soldo: in compenso, le guardie fecero in tempo a tornare con i rinforzi, a vederlo, riconoscerlo e quasi a catturarlo.
Per fortuna, a questo punto il rubagalline e la sua findanzatina (che si rivelarono essere due gatti mannari), grati a noi e all'amico pallido per la liberazione, decisero di darci una mano: tornarono sul luogo nel quale avevano l'ultima volta incontrato il trapassato in vita alla ricerca del suo cadavere. Non lo trovarono, ma ci riportarono in un sacchetto la mano che gli era stata mozzata e ci diedero precise informazioni su come raggiungere il posto dove l'avevano trovata.
Ci avviammo: il nostro fiuto già presagiva un nuovo scontro con il Caos.

Inoltre, dovevamo assolutamente dare una degna sepoltura a quell'anima tormentata (e tormentante).

2 commenti:

  1. Il senso dell'orientamento del comandante Baracca resta inimitabile.

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  2. il comandante Baracca oramai è una certezza!!!

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