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domenica 11 agosto 2013

Conclusione

Penso che la prossima persona che ucciderò sarà Osric. Volevo essere io a bruciare la taverna del Bacino Pescoso, invece, dopo aver tentato inutilmente di dissuadermi per un'ora intera dall'idea di dare fuoco alla locanda, l'inquisitore è saltato fuori con un'idea ancora più assurda:
- piuttosto che sia una donna, deve essere un sant'uomo a dare fuoco a quel nido di infamia e nefandezza-
Quanto a noi povere damigelle potevamo contribuire distraendo le guardie, per prepararci una via di fuga.
E come pensava il cacciatore di streghe che io possa diventare la mano sinistra di Dio se combatto sempre in seconda linea?
Comunque pur di vedere il Bacino Pescoso bruciare acconsentii a ricorrere alle base arti della malizia per ingannare quelle deficienti delle guardie che stavano presso la porta e aprirci la strada per l'uscita dalla città, mentre quell'infame di Osirc guidava il carro del defunto Ciacco pieno di pece a scontrarsi contro il Bacino Pescoso per dargli fuoco.

Ora cavalchiamo lontani da Marieurg su sentieri diversi, portando tutti nel cuore la paura per i sinistri presagi provenienti da quella città, solo io porto nell'animo anche il rammarico per un bellissimo vestito che potevo avere e invece non mi guadagnerò mai.
Mi porto però nel cuore la soddisfazione che da oggi almeno uno degli abbietti abitanti di quella città dannata si troverà senza il suo pane quotidiano.

Ci siamo separati da Osric che proseguirà verso Altdorf, per informare la capitale degli ultimi eventi, mentre noi cercheremo di ritrovare le tracce della crociata che, vista la sua moltitudine, non può che proseguire a rilento.

venerdì 9 agosto 2013

Ritorno dalle fogne

Marieburg, il mattino successivo
 
Mi sono lavata solo ora del lerciume accumulato in ore di peregrinazioni nelle fogne.
E’ stata l’esperienza più orrenda della mia vita. Sguazzando nella melma fra covi di mutanti e taglia gole sono arrivata fino ad un tempio sepolto sotto la città.
Il tempio era intasato anch’esso dal lerciume e portava gli orrendi simboli della mosca e delle tre pustole che indicano Nurgle, il dio della putrefazione. In quella struttura era stata rinchiusa una bestia di Nurgle. Finalmente il nano fu esaudito nel suo desiderio di trovare una morte gloriosa, poiché si sa che il dio della pestilenza è pietoso tanto con i propri seguaci che on i propri nemici.
Io Mjolnir stavamo rischiando di fare la stessa fine del nano ma per fortuna nel viaggio nelle fogne avevo recuperato un qualche marchingegno Skaven che riuscì ad avere ragione della bestiaccia sviluppando una nube di gas letale.
Oltre alla bestia immonda nel tempio abbiamo trovato anche un vecchio pazzo, che farfugliava frasi senza senso, l’unica cosa che mi fu chiara dai suoi racconti è che i cultisti di Nurgle avevano il ragazzo e ora marciavano su Altdorf alla testa di migliaia di delinquenti senza arte ne parte, il tutto mascherato come una beata processione per celebrare la nascita di un profeta.
Prima di lasciare la città i cultisti avevano però traviato la mente del capo del tempio di Sigmar e della nuova Matriarca del tempio di Shallia per cercare di nascondere le loro tracce.
Eppure c’era anche qualcun altro sulle tracce del bambino. Il pazzo parlava di chi voleva il bambino utilizzando il genere femminile, parlando di una donna le cui fauci si sono putrefatte, mentre Nurgle è una divinità maschile… c’è qualcosa di ancora più oscuro in questa vicenda di quello che appare a prima vista.
Per questa città non c’è più speranza, il culto di Sigmar è chiaramente in disgrazia e le sacerdotesse di Shallia dovranno arrangiarsi da sole ad estirpare il marcio che le corrode, per quanto mi auguro che la vecchia matriarca riesca a dimostrare il male commesso dalla donna che l’ha scacciata e fatta rinchiudere in una gabbia.
Ora mi restano solo due cose da fare, bruciare il Bacino Pescoso in voto a Sigmar e dare la caccia a questo bambino mutante, anche se sarà più difficile a dirsi che a farsi, visto che il solo avvicinarsi a lui sembra annientare la volontà di chi lo osserva.

domenica 4 agosto 2013

Il creditore

Il povero creditore era un vecchietto innocente e quindi decisi di prendere il suo medaglione e lasciarlo vivere, che Lucian Creso scoprisse che prenderlo per il naso era più semplice di quello che credeva, tanto per quando avrebbe scoperto di essere stato imbrogliato noi saremo già scappati dalla città.
Mjolnir suggerì giustamente di spargere il contenuto di un sanguinaccio sul medaglione giusto per dimostrare che lo avevamo ottenuto in una colluttazione.
Così con la benedizione di Creso ci incamminammo verso una bettola nel quartiere semiaffondato di Marieburg, dove scoprimmo che Hugo Buisman era stato trovato affogato in un canale, così per 5 corone comprammo tutti i suoi effetti.
L’unica cosa interessante fra quella paccottiglia era una mappa delle fogne. Eravamo ad un punto morto ma per quello che valeva conveniva cercare le fogne.
Io ero seccata all'idea che avrei rovinato nuovamente il mio vestito, mentre quel pazzo del nano si stava esaltando all'idea di poter trovare qualche orribile mostro nelle fogne con cui concludere gloriosamente la sua esistenza.

mercoledì 24 luglio 2013

Paranoia

Paranoici per il rischio che i sacerdoti di Manan non ci avessero creduto e ci pedinassero andammo in cerca del tirapiedi di Osric, Horst Bauer.
Dopo averci trattenuto a cena con la moglie Horst ci portò ad un luogo segreto dove ci c’incontrammo con Osric in quale ci suggerì di provare a chiedere di Hugo Buisman, la persona che aveva per prima avvisato del pericolo del culto dei mutanti.
Scoprimmo che Buisman di norma sostava al Jolly Boatman ma la non lo trovammo. Il quartiere dove si trovava quella taverna era infame oltre ogni mia immaginazione, a differenza delle pretese dei cittadini di Marieburg che la loro città non avesse dei bassifondi. (N.d.A. o meglio delle pretese del master)
Ora avevo un altro motivo per bruciare il Bacino Pescoso. Oltre ad essere un infame il taverniere mi aveva anche mentito.
Mentre cercavamo informazioni su Buisman un bambino tentò di derubarmi, ma si ritrovò a piangere con due dita spezzate per aver tentato di infilare la sua mano sotto la mia gonna e come risultato dei suoi schiamazzi una brutta vecchiaccia ci svuotò un pitale addosso.
In compenso trovammo un farabutto tileano, un tale Lucian Creso, che si offrì di aiutarci in cambio di un lavoro per lui, dovevamo uccidere un suo creditore e riportargli un medaglione come pegno, per dare un messaggio al quartiere che non si può infinocchiare Creso.

martedì 16 luglio 2013

Il tempio di Manan

L’idea iniziale era di andare direttamente da Osric, ma Mjolnir nella sua goffaggine in prossimità del tempio di Manan cadde in una delle piscine e per qualche strana follia, probabilmente instillatami dal sussurro del vento del caos, io decisi di entrare in quel luogo di vile commercio e opulenza per avvisare anche i preti di Manan della presenza di un Mutante di Stormfell fra loro.
Il risultato della mia magnanimità verso un culto imperiale al limite dalla blasfemia mi ha portato ad accertare che i Mananiti sono già completamente corrotti dal caos, ben oltre ogni possibilità di redenzione.
Il sommo sacerdote di Manan difronte all’avviso che il culto di Stormfell era ancora attivo e stava operando per tentare di distruggere la fede in Manan ci disse che quell’orrendo mutante che avevo catturato e mi aveva ridotto in coma era uno stimato membro del culto imperiale e ne domandava la restituzione. Che idiozia sarebbe mai questa??? Meglio sarebbe che la città di Marieburg si fosse distaccata dall'impero ai tempi di Magnus il Pio!
Solo il ricorso alle mie doti imparate come sguattera, ovvero la bassa menzogna e la civetteria con gli uomini, mi ha consentito di uscire dal tempio con la testa attaccata al collo. Ho dichiarando che non avevo più visto il mutante in questione da quando ero caduta in coma ed ero stata trascinata a forza lontano da quel luogo di predizione dal nano pazzo.
In 10 minuti mi ero fatta un sacco di nuovi nemici e bruciato la mia copertura, ora era rischioso contattare anche i nostri alleati, di certo non potevamo tornare al tempio di Morr per domandare aiuto.
Giuro che un giorno tornerò per uccidere questo sacerdote cane e corrotto.

sabato 6 luglio 2013

La malapietra

Fonstrider (l'elfo) ci disse che la roccaforte infestata dai mutanti da noi vistata era un tempo una fortezza degli Skaven. Se in questo luogo vi era un pozzo contaminato, quasi sicuramente ciò era dovuto a della malapietra presente nel pozzo, probabilmente parte del problema che avevamo con Conrad dipendeva anche da chi e perché ha messo la malapietra nel pozzo.
Il nano in realtà aveva già capito solo dal guardare la forma delle mura di cinta che il luogo dove avevamo incontrato gli aderenti del culto era stato un tempo eretto dagli Skaven, ma nel suo profondo odio atavico per tale razza oscena ed immonda aveva taciuto disprezzando anche il solo nominare tali creature blasfeme.
Posso in parte capire la sua rabbia e la sua furia, per delle creature che, da quel poco che ho capito dai suoi borbottii, gli hanno reso la vita un inferno sebbene in un modo che non mi è ancora ben chiaro, ma per il buon esito della nostra indagine avrebbe dovuto spiegarsi prima.
Il nano sarà anche devastante quando combatte, ma quando c’è da pensare si rivela sempre una zavorra da trascinarsi dietro.
A questo punto era il caso di cercare l’inquisitore Osric e avvisarlo della scoperta fatta riguardo al mutante.

mercoledì 12 giugno 2013

Un elfo odioso


Marieburg,
dopo li bagno con Mjolnir.
Quando finalmente ci fummo lavate quell’odioso dell’elfo ci accolse e ascoltò il nostro rapporto sulle origini di Conrad. Fonstrider ci disse che il Jolly Boatman era una taverna presente nel quartiere affondato, la parte più malfamata della città. E io ho anche creduto a quell’idiota del taverniere sul fatto che non esistesse a Marieburg un quartiere malfamato (N.d.a. se poi si scopre che il master vuole tenere lontani i giocatori da un luogo perché è un plot point bisognerebbe inventarsi una scusa migliore) o una gilda dei ladri. Solo per la sua stupidità quell’uomo merita che io e il Nano diamo fuoco alla sua taverna.
L’elfo mi disse che il vestito per me era pronto, ma per ora non era il caso di prenderlo se dovevo recarmi nel bassifondi a cercare Hugo Buisman.

Lacrima

lunedì 3 giugno 2013

Un bagno in compagnia

Nella stalla della locanda elfica, mentre mi lavavo nell'abbeveratoio per i cavalli, ho visto per la prima volta la Mjolnir spogliarsi completamente e devo dire che non immaginavo che sulla sua schiena portasse il tatuaggio di un lupo che balza, che la ricopre interamente dalle spalle fino alle natiche. Decisamente la sua devozione ad Ulric è veramente notevole, se l’ha portata a volerla incidere sulla propria pelle in quella maniera.
Mi spiegò che quella di tatuarsi la schiena è un'usanza fra i popoli guerrieri del Nord: una porzione di tatuaggio per ogni nemico ucciso in battaglia. Molti guerrieri completano il proprio solo dopo una vita di battaglie contro le forze demoniache, ma lei finì il suo in soli cinque anni.
Così mentre ci massaggiavamo la pelle col sapone ci siamo ritrovate a parlare del nostro triste passato, o meglio del mio soprattutto. Lei salvo qualche mugugno simpatetico per il mio odio per gli uomini non ha detto molto, ma temo che debba avere subito qualche sorta di infame violenza, anche peggiore di quelle da me subite.
La quantità di cicatrici presenti sulla pelle di quella ragazza è impressionante. Sull’avambraccio il morso di un uomo bestia, sulla coscia l’artiglio di un mutante, sulla spalla l’ustione del fuoco demoniaco… Vorrei essere una guerriera brava la metà di lei, mentre nell'unico scontro degno di nota che io abbia combattuto contro degli eretici sono stata quasi privata di un occhio.
Questo bagno è stato molto piacevole anche se in qualche modo stranamente imbarazzante. Mentre Mjolnir si asciugava, mi sono ritrovata ad ammirare le sue forme atletiche e slanciate con un occhio che mi ricorda stranamente quello con cui il priore Von Honkelnhstalff osservava il mio corpo nella penombra della sua stanza, mentre aspettava che mi avvicinassi a lui. Mi domando se nonostante la diversità delle nostre fedi non dovremmo trovare qualche punto in comune su cui andare d’accordo io e questa ragazza barbara. Ho già abbastanza nemici e devo anche sopportare un nano pazzo, almeno con Mjolnir dovrei tentare di andare più d’accordo.

giovedì 30 maggio 2013

Penitenza

Marieburg, cinque giorni dopo l'assalto alle rovine degli eretici.

Una volta lasciato il mutante al sicuro assieme a Ciacco, il nostro passo successivo fu recarci da Fonstrider il mercante elfo, per aggiornarlo sull'indagine che ci aveva chiesto di compiere. Questo non fu affatto semplice…
Ammetto che dopo una settimana passata nelle paludi, di cui tre giorni più morta che viva, dovevo essere uno spettacolo piuttosto indecente, ma certo questo non dovrebbe permettere ad un elfo pidocchioso di cacciarmi fuori dal suo negozio e costringermi a lavarmi assieme a Mjolnir nell'abbeveratoio per i cavalli di una locanda.
L’ho presa comunque come una lezione di umiltà impartitami da Sigmar, per non permettere che il mio orgoglio mi accechi. Accertato che non vi fossero in giro spioni, dopo aver piegato in bell’ordine le mie vesti, approfittai dell’occasione per inginocchiarmi ed assestarmi alcune scudisciate convinte per penitenza visto che avevo permesso che il mio aspetto diventasse così trascurato.
Mjolnir naturalmente ha subito domandato perché tale bisogno di penitenza, anzi direi che non ha compreso minimamente il senso del concetto stesso di penitenza, e dubito di poterle mai spiegare perché la mia carne ha bisogno del morso della frusta allo stesso modo in cui alcune donne sentono il bisogno dei baci di un amante.

domenica 26 maggio 2013

Ritorno a Marieburg

Marieburg, cinque giorni dopo l'assalto alle rovine degli eretici.

Entrare in città è stato più facile del previsto poiché le sentinelle sono in agitazione per la fuga di una pericolosa strega dalla piazza del tempio di Sigmar. A quanto pare gli “amici” di Osric sono riusciti a liberare Maida Widman.
Chiaramente le guardie erano preoccupate per chi usciva e non per chi entrava.
Mi recai quindi nell’unico luogo che ritenevo abbastanza sicuro per lasciare un mutante, il tempio di Morr.
Una volta arrivati al tempio di Morr riferimmo al sacerdote con cui avevo parlato la volta precedente tutto ciò che era accaduto dalla nostra ultima visita al tempio e lo pregammo di custodire il mutante in attesa che avessi la possibilità di interrogarlo ancora. Effettivamente la situazione era preoccupante.
Lasciammo Ciacco il rosso a fare la guardia al mutante, mentre noi ci recavamo al quartiere elfico.

 Lacrima.

martedì 21 maggio 2013

Stormfell

Dopo che gli ho strappato tre dita dei piedi il mutante ci ha raccontato di essere a capo del culto di Stormfell, un aspetto deviato di Manan, il dio dei mari e del commercio. Conrad era figlio di una loro adepta e volevano utilizzare il bambino per distruggere il culto di Manan. Intendevano pertanto benedirlo nel pozzo della roccaforte e allevarlo come un anatema contro la frangia pubblica del culto del dio del mare. Personalmente però ho i miei dubbi che il dio del mare benedica un pozzo in rovina nelle paludi, temo che vi sia qualche forza più oscura dietro a tale luogo.
Purtroppo (o per fortuna, ancora non mi è chiaro) il giorno della cerimonia i cacciatori di streghe interruppero il rito e il bambino non venne mai calato nel pozzo per ricevere la benedizione di Stormfell.
Venne invece preso e consegnato alle sacerdotesse di Shallya in attesa che venisse consegnato ai Sigmariti di Altdorf. Cosa che però non accadde mai per il tradimento di Lutzen.
Non so se sono l’unica a trovare profondamente ironico che se i cacciatori di streghe non fossero intervenuti probabilmente quella che ora sembra essere una spina nel fianco dell’impero sarebbe stata distrutta da un ragazzino, diventato il suo anatema. Distrutto il culto di Manan, il subbuglio successivo e la fine del commercio probabilmente avrebbero ridotto la città ad un luogo secondario nella storia dell’impero come avrebbe meritato, quale iniquo ricettacolo di vili e turpi commerci.
Il mutante ci ha inoltre detto che se vogliamo maggiori informazioni su Conrad dobbiamo cercare Hugo Buisman, lui conosce meglio di noi il ragazzo.

Ora abbiamo travestito il mutante alla meno peggio con un saio e un cappuccio di sacco. Se le guardie sono lassiste come il loro solito non dovrebbe essere di alcuna difficoltà entrare nuovamente in città.

sabato 11 maggio 2013

Un abisso di dolore.

Marieburg, tre giorni dopo.

Scrivo mentre il mio corpo è ancora un abisso di dolore e non ho recuperato completamente la vista dall’occhio sinistro. Ma dopo tre giorni di agonia non sopporto più di restare immobile, inoltre fra qualche ora torneremo in città e allora avrò troppe cose da fare.

Rinunciammo ad avanzare furtivamente fra le rovine preferendo spacciarci per dei viaggiatori dispersi in cerca di ospitalità… Io provai anche a trattenere l’odio atavico che nutro per simile feccia immonda, completamente corrotta dal caos, ma sbagliai nel credere che fossi di fronte a dei servitori di Slaanesh, mentre erano creature devote a Stormfell.
Appena i mutanti capirono che mentivamo la cosa degenerò e presto fummo tutti con le armi in mano.
Io attaccai il loro capo per tentare di stordirlo mentre Mjolnir e Ciacco cercavano di trattenere la feccia mutante e i loro compagni umani.
Io riuscii ad atterrare il mutante e legarlo alla meno peggio. Ciacco direbbe per pura fortuna, io direi invece perché Sigmar mi da il dono di riuscire a vedere alcune cose prima che accadano.
Purtroppo mentre io cercavo di fare un prigioniero Mjolnir cadde atterrata da uno dei mutanti, con una gamba maciullata da una chela e io dovetti correre ad aiutarla.
Purtroppo neppure tutta la mia dote di preveggenza può nulla per il fatto che io non sia brava a maneggiare una spada e presto raggiunsi Mjolnir nell’oblio con una terribile ferita al volto.
Quando finalmente rinvenni mi trovavo sulla barca di Jekil. Il nano era riuscito da solo ad uccidere anche gli ultimi due mutanti e poi si era fatto aiutare da Jekil per trascinare me, Mjolnir e il nostro prigioniero fino alla nave.

Ora mi trovo a casa di Jekil Sulfmund e sto soppesando le mie prossime mosse, appena posso devo assolutamente farmi dare qualche lezione di spada da Osric. (N.d.A. in pratica farmi spiegare meglio le opzioni di combattimento)
Prima di partire però intendo provare sul mio prigioniero le tenaglie che avevo comprato al mercato ancora una settimana fa. Magari con qualche dito in meno diventa più propenso a collaborare.

Lacrima.

sabato 4 maggio 2013

Cultisti e rovine

Paludi di marieburg,
sto perdendo il conto del passare del tempo...
 
Finalmente dopo tre giorni a navigare nelle paludi, passati a tentare di tenere distanti i tafani e a temere che si presentasse la cosa che ha divorato il possessore della barca che abbiamo travato nelle rovine, arrivammo nei pressi delle antiche rovine con tre torri di cui ci aveva parlato Osric.
Jekil rimase a guardia della barca mentre io, Mjolnir e Ciacco proseguimmo verso le rovine.
La rovina sembra infestata di mutanti. Ho visto due uomini di ronda che avevano delle chele al posto delle braccia, quindi credo di trovarmi di fronte ad un culto di Slaneesh.
Fortuna che ci avevano assicurato che le rovine dovevano essere vuote.
Dovevamo cercare di avanzare con discrezione ed evitare se possibile uno scontro diretto. Come se fosse possibile ignorare la blasfemia che avevamo davanti agli occhi. Per motivi molto diversi pareva che nessuno di noi tre avesse amore per le abominazioni mutate.

Lacrima

martedì 30 aprile 2013

Presagi inquietanti

E’ già passato un giorno e fino a quando non abbiamo incontrato la barca il viaggio era trascorso tranquillamente.
Avevo provveduto ad usare con parsimonia l’essenza di geranio tamponandomi con il fazzolettino che mi aveva donato l’elfo, mentre l’avevo cosparsa abbondantemente su Mjolnir che finalmente puzzava di selvatico un po’ meno del solito. Avevo inoltre acceso una delle candele dell’elfo e fino ad ora gli insetti ci avevano lasciato cortesemente in pace.
Poi trovammo la barca arenata su di un atollo fangoso e decidemmo di esplorarla.
La barchetta, grande più o meno come la nostra, era vuota salvo per alcuni sacchi di provviste e pareva essere li solo da un paio di giorni.
Chi mai avrebbe abbandonato una barca ancora buona nel mezzo della palude?
La risposta si trovava sepolta sotto una coperta a prua dove trovammo i resti smozzicati di una gamba umana, probabilmente quello che restava del proprietario dell’imbarcazione.

Lacrima.

giovedì 25 aprile 2013

Il barcaiolo delle paludi

Il mattino successivo, dopo aver cambiato le fasciature all’inquisitore Osric iniziammo la ricerca di Jekil Sulfmund.
Bastò civettare un poco con alcune comari per farci indicare esattamente quale fosse la casa di Jekil nel quartiere appena oltre le porte della città.
Jekil Sulfmund abitava in un quartiere di case di legno dai tetti di paglia che si trovava appena al di fuori di Marieburg e sarebbe stato anche un luogo carino se non si fosse trovato proprio ai margini delle paludi.
Le comari mi avevano informato con dovizia di particolari, immagino molti dei quali inventati, su quanto quell’uomo fosse un barcaiolo estremamente infido e disonesto, pertanto arrivai da lui minacciosa e preparata ad infondere in lui ogni sacro terrore di Sigmar in nome della mia causa.
Fra urla, anatemi e imprecazioni riuscii a spuntare solo 6 scellini d’argento per il viaggio e in aggiunta ricevetti anche una guida alla sopravvivenza nelle paludi.
Dopo che il barcaiolo si fu assicurato che avessimo cibo e acqua a sufficienza per la spedizione iniziò a scortarci verso le paludi. Ci comunicò un piccolo dettaglio che Osric aveva omesso:
Sarebbero stati necessari tre giorni per arrivare al luogo dove il barcaiolo aveva condotto Osric 7 anni fa.

mercoledì 24 aprile 2013

portare ordine nella vita di un nano

Marieburg, pomeriggio.
 
Quando arrivammo dal fabbro dove lavorava Ciacco scoprimmo che il Nano si stava già scavano la fossa da solo. Il fabbro lo stava insultando per un lavoro di pessima lavorazione del ferro che avrebbe dovuto essere una ringhiera, ma pareva più una deforme progenie del caos nata dal metallo.
Così quando informai il fabbro che ero venuta a recuperare il nano per dargli la giusta punizione che un eretico, un bestemmiatore e un infame come lui merita egli fu più che lieto di cacciare quel nuovo apprendista senza dovergli pagare alcunché di salario.

Dal canto suo Ciacco invece era molto triste e arrabbiato perché lo avevamo prelevato per ora di pranzo quando per tutto il pomeriggio non avevamo nulla da fare salvo comprare un po’ di cibo per il viaggio.
La prossima volta il nano impara ad aiutare due povere ragazze nella loro indagine invece di andare in giro a bighellonare o cercare di far soldi che dir si voglia.
 
Lacrima

martedì 23 aprile 2013

In cerca di ricompense


Marieburg, pomeriggio.

Il viaggio nel quartiere elfo fu molto proficuo (N.d.A. per quanto nel racconto questa parte sia stata glissata l’interpretazione è stato un vero spasso), ora sono in possesso oltre che di una corazza in cuoio, cedutami come anticipo per i servigi resi al commerciante di stoffe del quartiere elfico, anche di un profumo al geranio e di un fazzoletto di seta oltre ad alcune candele di citronella che dovrebbero essermi molto utili per evitare le attenzioni degli sgraditi insetti delle paludi.
La cosa importante è comunque che ora sono in possesso di una lettera del tempio di Sigmar (scritta di suo pugno dall’elfo) con la quale Ciacco il Rosso viene additato come un impenitente bestemmiatore e con essa saldamente in mano sto per andare a fare giustizia.
Questo dovrebbe essere sufficiente a rovinare al nano la carriera di fabbro per sempre, per il suo bene oltre che per il nostro sarebbe ora che Ciacco capisse che se davvero è deluso al punto di ritenere di non poter più continuare la sua vita passata allora non deve poi cercare sempre di ritrovare una parvenza di normalità, sarebbe ora invece che ci desse una mano a capire quale minaccia si nasconde dietro a Conrad il ragazzo prodigio e possibilmente anche farsi ammazzare in fretta mentre ci aiuta. (N.d.A. mi mette tristezza uno sventratore che decide di provare a rifarsi una vita facendo il fabbro)
Il mercante di vestiti elfo potrebbe anche starmi simpatico se solo non avesse proposto di spruzzare sopra la lettera che gli ho chiesto di falsificare del profumo.
Lacrima

lunedì 22 aprile 2013

Osric ferito


Marieburg, pomeriggio.

Mentre l’uomo cercava inutilmente e stupidamente di sottrarsi alle mie amorevoli cure, a suo dire avrei dovuto lasciarlo andare al creatore piuttosto che costringerlo a continuare una vita di tradimenti e ingiurie, trovò comunque il fiato per raccontarci gli accadimenti degli ultimi giorni.
Oltre a ciò che già sapevo venne fuori che Helmut, il priore del tempio di Sigmar, lo aveva accusato pubblicamente di essere un criminale per non aver voluto riconoscere l’autenticità di Conrad quale prescelto e lo aveva fatto aggredire accusandolo di aver attentato alla vita del ragazzo, un piccolo dettaglio che per quanto trascurabile era in effetti vero.
Conrad neonato era stato recuperato da Osric mentre tentava di fermare un rito di alcuni Cultisti del caos che volevano offrirlo al loro dio blasfemo. Lo scontro era avvenuto in alcune rovine fra le paludi a nord e Osric era convinto di aver salvato una vittima sacrificale e lo aveva affidato in custodia temporaneamente al tempio di Shallya. La cosa per lui era finita li e non aveva mai appreso che il bambino non era mai stato riconsegnato ai Sigmariti dopo lo svezzamento.
Solo di recente aveva scoperto la verità sul ragazzo e di come fosse in grado di sviare le menti delle persone grazie ai suoi poteri perniciosi.
Lo aggiornammo quindi sugli ultimi dettagli riguardanti Maida Widman e e ci disse che anche se Lutzen e Helmut dovevano pagare per i misfatti commessi, avremmo dovuto andarci senza eccessivo zelo per evitare ulteriori tensioni fra la città di Marieburg e il resto dell’impero. Un nodo un pelino troppo stretto di una fasciatura diede la misura di tutto il mio disappunto.
Prima che ci accomiatassimo Osric lasciò una pistola al cacciatore di streghe e ci consigliò di cercare Jekil Sulfmund, l’uomo che sette anni fa lo aveva accompagnato alle rovine e farci guidare fin la, forse, in quel luogo che a suo tempo non era stato esplorato nella troppa fretta di estirpare il culto, si nascondeva anche qualche risposta alla strana origine di Conrad.
Lasciai Osric promettendo che la sera sarei tornata a medicargli le fasciature, cosa che lui non accolse con la riconoscenza che mi sarei aspettata. Il cacciatore di streghe che ci aveva accompagnato decise di restare con Osric e ci consigliò di andare dall’elfo a raccontargli quello che sappiamo, forse lui può esserci d’aiuto dandoci qualcosa che serva nelle paludi.
Lacrima

domenica 21 aprile 2013

Il dreaming lotus


Marieburg, metà mattino

Una volta ricongiunti con il cacciatore di streghe ci recammo al Dreaming Lotus, dove dovemmo insistere parecchio per entrare sebbene avessimo un lasciapassare, il luogo doveva avere una reputazione peggiore di quella che ero stata portata a immaginare.
Dentro il Dreaming Lotus vi era un fastidioso arabo che continuò a seccare Mjolnir credendosi un gran fusto (N.d.A. piuttosto era il master ad essere veramente fastidioso) mentre cercavamo di ottenere indicazioni da una cameriera.
Ho così scoperto che anche una semplice indicazione al Dreaming Lotus costa almeno uno scellino d’argento. Il locale era inoltre saturo del fumo dell’oppio e di chissà quali altre sostanze diaboli che annebbiavano il cervello. Io purtroppo stono stata obbligata a farne uso in passato mentre venivo presa contro il mio volere e in parte ne sono assuefatta ma per Mjolnir l’esperienza fu nuova e cominciò ad ondeggiare come ubriaca.
Non potevo lasciare la mia accompagnatrice in quello stato così le rifilai un pizzicotto all’altezza della clavicola dove si trova un nervo molto sensibile facendola subito rinsavire. Poco dopo un trattamento simile venne riservato al polso di un avventore strafatto che allungò troppo le mani nella mia direzione (N.d.A. lo confesso adoro quando riesco a superare i test di torturare.)
Alla fine evitando i palpeggiamenti troppo arditi e gli ubriachi distesi sul terreno riuscimmo ad arrivare ad una scaletta che dava ai privè, in uno di questi giaceva un uomo ferito e sporco che aspirava faticosamente il contenuto di un narghilè. L’uomo pareva alquanto alticcio e farfugliò stancamente di essere lui Osric il cacciatore di streghe e di quanto poco ora gli interessasse la vita.
I suo seguaci potevano anche essere fedeli ma non capivano assolutamente nulla di medicina. Non si può pensare che lasciando un uomo accoltellato in balia di se stesso a farsi di strane droghe questo possa riprendersi dalle proprie ferite.
Così fra le imprecazioni e le urla di dolore dell’uomo cominciai a prendermi cura appropriatamente delle sue ferite. E che diamine un po’ di dolore per la gloria di Sigmar dovrebbe essere solo segno di compiacimento e non essere accolto dalle proteste.
Comunque feci portare dell’acqua calda, forse un po’ troppo calda in effetti, per lavare le ferite dell’uomo e gli misi dei nuovi bendaggi puliti, fasciati molto più stretti dei precedenti. Applicai inoltre un cataplasma per cercare di fermare l’emorragia.
Pagai inoltre una moneta d’oro extra alla cameriera per assicurarmi che si prendesse cura dell’uomo in ogni modo che ritenesse opportuno anche dopo la fine della mia visita in quel luogo di perdizione.
Lacrima

sabato 20 aprile 2013

I bravacci dei vicoli

Marieburg, il giorno successivo…

Il mattino dopo io e il cacciatore di streghe decidemmo di partire alla ricerca di Osric, Mjolnir nonostante la poca simpatia che nutre per me ha comunque deciso di accompagnarmi. Ciacco Rosso invece come al solito è stato un infame e invece di darci una mano è andato a lavorare ancora dal fabbro nonostante i pessimi risultati ottenuti ieri. (N.d.A. fortuna che su facebook avevamo concordato che era meglio non dividerci) Non lo capisco proprio quel nano. Uno sventratore dovrebbe essere propenso al rischio e all’avventura nel continuo tentativo di porre fine eroicamente alla propria esistenza.
Una volta trovato Osric dovrò mettermi d’impegno per punire quel nano e fargli capire che deve smetterla di condurre un’esistenza pacifica per dedicarsi a quello che dovrebbe essere il suo unico scopo nella vita, porre termine alla sua esistenza ammazzando un troll.
Mentre il cacciatore cercava al mercato noi provammo a domandare nei vicoli del quartiere. A quanto sembra le nostere domande ebbero qualche dose di successo perché attirarono su di noi una dozzina di bravacci di strada che erano più propensi a menare le mani che a parlamentare.
Comunque il fatto che fossimo povere ragazze indifese, o meglio che io lo fossi, Mjolnir con il suo martello a due mani e un metro e 78 di altezza non pareva assolutamente indifesa, ci permise di riuscire a discutere comunque con quegli uomini.
Venimmo così a sapere che loro erano i gregari di Osric e lo stavano proteggendo perché i Sigmariti della città lo avevano attaccato affermando che era un assassino prezzolato mandato ad uccidere il prescelto di Sigmar.
Osric era stato ferito e si trovava al Dreaming Lotus. Non voglio neanche immaginare di cosa si commerci in un locale chiamato come una varietà di loto nero. Mentre quegli uomini ci guidavano verso tale locale, prima di riprendere la loro copertura di sfaccendati al mercato, raccontai loro della badessa di Shallya e dell’ingiusto trattamento che aveva ricevuto lasciandola a morire di fame in una gabbia e li pregai di provare ad aiutarla. Avevo lasciato alla donna un minimo di acqua e cibo perché tirasse avanti ancora per un po’ ma se non si trovava una soluzione in fretta la sacerdotessa sarebbe morta di inedia mente una volta libera la donna poteva essere una preziosa alleata per la nostra causa.
Lacrima