Nacqui nella regione di Middenland, la mia famiglia mi donò ad un monastero in tenera età, un voto verso Sigmar l'Heldenhammer, il nostro custode, il primo imperatore a riunirci tutti e darci una legge giusta. Ero una bocca di troppo da sfamare, che gente troppo povera ha deciso di cedere per un pezzo di terra e un po' di cibo in dono alle Sorelle Sigmarite.
Solo che le sorelle Sigmarite sono eretiche, colpevoli di essere sopravvissute alla prima distruzione di Mordheim, causata dalla caduta di Bel'Akor l'Oscuro Padrone, e alla seconda ordinata da Magnus il Pio. Colpevoli di conoscere la verità sul demone e sulla cometa, che non era in realtà un monito di Sigmar, colpevoli di aver intralciato i piani dell'inquisizione per la città dei dannati, colpevoli di aver denunciato la verità sulla malapietra, colpevoli di essere trovate nel luogo sbagliato al momento sbagliato. Troppe colpe per un ordine solo.
Sopravvissute, ma poche, sparute e ancora sotto lo scrutinio dell'inquisizione, le sorelle sostengono che in realtà il clero e l'inquisizione mentano su certi avvenimenti del passato. Poiché vi è della verità in questa menzogna, il clero è ancora oggi combattuto tra l'epurare il ricordo del proprio errore e lasciare che le frasi delle sorelle rischino di vagare libere per il mondo.
Nell'impero la conoscenza, ho scoperto, è il peccato più grande che si possa commettere, e per i miei peccati Sigmar molto mi ha punita e so per certo che molto ancora dovrò pagare.
Dalle sorelle ho appreso per la prima volta la storia dell'anello di sant'Horst. Il santo è stato l'uomo che per primo portò nel Middenland la parola di Sigmar, ma la gente non lo accolse in pace, bensì lo uccise e da un suo dente fu ricavato un anello. Ora l'anello è perso, ma nel segreto del mio cuore io spero sempre che un giorno potrò ritrovarlo a dimostrazione che l'eresia fra le sorelle Sigmarite non è così dilagante come ritiene l'inquisizione.
L'inquisizione periodicamente viene a supervisionare l'operato delle poche sorelle rimaste dopo 200 anni, cercando di eradicare con le pinze e con i flagelli le insulse eresie che le matriarche si ostinano a tramandare alle figlie.
Tragedia fu che dopo il supplizio mi trovarono meritevole invece che contaminata. Almeno così sostenne il priore Von Honkelnhstalff. Mi prese con se e il monastero dove mi condusse mi tenne casta e pura fino a quando non avevo l'età giusta perché il teogono potesse prendermi e cogliermi come un fiore in bocciolo, non importava se le sue attenzioni sgradite mi avrebbero fatto appassire. Il corpo di una terzogenita era un prezzo misero da pagare nella spietata logica della politica imperiale e con la morte nel cuore la madre superiora mi aveva preservato per quegli uomini e poi ceduta a loro affinché l'inquisizione distogliesse lo sguardo. L'abate mi voleva per la mia purezza, ma non per preservarla contro le minacce dell'eresia, bensì per godere nel coglierla e privarmene più e più volte.
Alcuni servono nel clero per la loro fede e pietà, altri per l'ingegno e l'ambizione, altri per i soldi dei genitori che li spingono avanti. Scoprii che una conversa serve per necessità e diventa vittima di tutti i desideri di coloro che sono più bravi e meritevoli di lei.
Una donna non può essere umile e mite, come comanderebbero le gerarchie, se vuole fare carriera nel clero: dietro l'apparenza dimessa deve essere forte e intelligente più di una lince, dura e spietata più dell'aspide.
Per allontanarmi dall'ombra dell'abate ho cercato rifugio nella biblioteca nelle ore di studio più affollate e accettato i lavori più umili e indegni, ho fatto la conversa nelle lavanderie, aiutato i monaci nei campi. 'Ora et labora' è un saggio suggerimento, dedicarsi allo studio, alla contemplazione e alla meditazione tanto quanto al lavoro manuale rende la volontà pronta, lo spirito saldo e dona una grande resistenza sia morale che fisica. Ma al ritorno dal lavoro e dallo studio se non l'abate qualche altro prelato era sempre al varco ad attendermi e io dovevo cedere alle sue voglie lascive.
Poi ho scoperto la punizione corporale, nella quale ho ritrovato la saldezza nello spirito per imparare ad ascoltare la voce di Sigmar in mezzo alle distrazioni del mondo.
Continua...
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Cominciamo ad entrare nel vivo... bene, bene!!!
RispondiEliminaQuesto è ancora solo un breve preludio per entrare in tema non ti dico cosa ha fatto questa disgrazia nella prima avventura per un eccesso di zelo, ma forse te lo ricordi
RispondiEliminaRammento... il mio commento era per catturare l'attenzione dei lettori :-)
RispondiEliminaE' stata una delle campagne più Dark Fantasy che io abbia mai giocato grazie ad alcune idee veramente feroci di noi giocatori che abbiamo però avuto qualche difficoltà a far accettare al master, anche se è culminata in uno stillicidio di noia.
RispondiEliminaSarebbe stata una partita dai toni sempre serrati e piena di mistero, purtroppo c'erano delle stonature enormi perché il DM si ostinava a separarci e gestire uno alla volta rallentando la partita, mentre gli altri parlavano fra loro del più e del meno...
Per carità da quello è nata una scena con lacrima e Mjolnir sole in una vasca da bagno di cui gli altri membri del gruppo non hanno avuto il piacere di conoscere i risvolti, ma non può essere la norma.
E questa storia non l'hai ancora mai sentita neanche tu...
Eliminaattenderò con ansia, speriamo che non ci chiudano il forum ;-)
RispondiEliminaaspettati il prossimo post dei figli del grifone dove Don Ghigno baccaglia Kyrrie e finisce in mega rissa... la nobildonna non si è mai vergognata tanto!!!
Beh sul vecchio blog ero a una ventina di articoli pubblicati e il solo aver cambiato aria mi ha portato a scriverne già un altro paio di articoli
EliminaAttendo le epiche imprese del Ghigno... può solo finire peggio di quello che immaginavo.
il fatto assurdo di questi 2 gruppi è che da una parte c'è il solo ed unico Ghigno nei panni di Heinz von Baracca e dall'altra c'è un giocatore che interpreta don Ghigno, e lo interpreta benissimo!!! quindi mi trovo due sboroni...ed è uno spettacolo vederli in azione!!!
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