Dopo l’ennesima volta in cui mi annuncio in un tempio come una supplice che vorrebbe fare qualcosa per sanare il caos creato in città dai Sigmariti comincio ad avere un po’ di stizza, soprattutto perché la mia affermazione si dimostra ogni giorno più vera.
Il tempio di Morr probabilmente è un luogo splendido però non posso dire di averne visto che una minima parte mentre vagavamo nei corridoi immersi nell’oscurità. Ciacco dal maldestro che è non riesce ad evitare di inciampare in qualche lastra non meglio identificata, forse una tomba.
Se non altro il sacerdote di Morr che ci fa da guida è un uomo comprensivo e con lui posso finalmente evitare di nascondere la mia vera fede con il timore di essere tacciata come eretica e ammettere la parte da me compiuta nella morte di Hildebrad.
Riassumo brevemente gli accadimenti del giorno precedente e la mia insoddisfazione di non aver avuto dalla Reverenda madre di Shallya alcun aiuto, alla faccia della misericordia della loro patrona, non che i miei dubbi sulla morte per infarto della loro precedente madre superiora. Da quando in qua una sorella Shallita muore di malattia?
Ribadisco inoltre la mia profonda convinzione che la cometa a due code non sia un simbolo di Sigmar ma un segno demoniaco, accolta per la prima volta da quando cerco di spiegare questa verità elementare da un cenno di assenso.
Il sacerdote di Morr stranamente è molto loquace e ci spiega come effettivamente la vecchia madre del culto di Shallya non sia morta d’infarto ma bensì sia stata accusata di stregoneria e portata nel tempio di Sigmar. Deve essere stato questo fatto a creare le voci di uno stregone di cui ci parlava il cacciatore di streghe.
Riguardo a Conrad il sacerdote afferma che il modo migliore per trovare informazioni sul ragazzo è sicuramente di cercare Osric, un vecchio cacciatore di streghe che dovrebbe attualmente trovarsi in città e che sette anni fa fu il responsabile della cattura di Conrad in fasce.
Nell’accomiatarsi da noi il sacerdote è stato fin troppo amichevole e ho dovuto scostare a forza da me la sua presenza importuna.
Dopo essere uscita dal tempio mi sono accorta di avere un bigliettino in tasca, il che spiegherebbe la tanta esuberanza del sacerdote. L’uomo mi raccomandava di visitare il giardino del tempio. Beh avrebbe potuto suggerirmelo anche a voce senza abbracciarmi e palparmi le natiche.
Rimarrebbe ancora da visitare il tempio del dio del mare e del commercio, ma la quantità di oro che sarebbe necessaria per visitare il luogo mi fa dubitare della bontà di una tale visita (n.d.a. caduta di stile impressionante del master che si è lasciato subito dopo sfuggire che il tempio del dio del mare non era neppure dettagliato nell’avventura).
Lacrima
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